Caso di femminicidio a Capoterra: un uomo ha ucciso a coltellate la sua compagna, dopo si è costituito alle forze dell’ordine.
Ennesimo caso di femminicidio a Capoterra, in Sardegna: un uomo ha ucciso la sua compagna a coltellate, dopo si è costituito alle forze dell’ordine. L’uomo avrebbe ammesso le proprie responsabilità, consegnandosi direttamente ai carabinieri.
Sul luogo dell’omicidio sono giunti i carabinieri ed il personale medico sanitario del 118. Purtroppo, per la donna, non c’è stato niente da fare: i soccorritori non hanno potuto far altro che constatarne il decesso. L’uomo non ha opposto resistenza, e si è consegnato di sua spontanea volontà.
Chi era la vittima
La vittima era Metusev Slobodanka, una donna 48enne, residente a Capoterra, in provincia di Cagliari. Ad ucciderla è stato il suo compagno, Stevan Sajn, 50 anni. I due, di nazionalità serba, erano ospiti in un centro di accoglienza per migranti situato nel centro di Capoterra.
Quando si è consegnato, il colpevole aveva ancora in mano il coltello insanguinato. L’omicidio è avvenuto a Casa Melis, una struttura del Comune aperta in occasione della commemorazione dei defunti. Del caso si sta occupando la polizia locale di Capoterra e i carabinieri di scorta alla cerimonia.
La vicenda
Il sindaco di Capoterra, Beniamino Garau, ha raccontato l’episodio: “Abbiamo sentito le urla e confusione poi l’uomo si è rifugiato a Casa Melis che avevamo lasciato aperta perché al termine della cerimonia saremmo dovuti rientrare lì. Poi abbiamo capito cosa fosse accaduto e l’uomo è stato fermato dalle forze dell’ordine e abbiamo interrotto le celebrazioni”.
Continua a crescere la conta dei femminicidi in Italia e nel mondo: ad oggi, le donne uccise dai propri compagni o dagli ex sono circa 45 dall’inizio del 2022. La media è di una vittima ogni tre giorni. Il caso della morte di Metusev Slobodanka, è l’ennesima prova di una società affetta da mascolinità tossica.